I Leoni della Tanzania

Le armi del Re Leone


Oggi parliamo del più famoso mammifero africano: il Leone

Conosciuto da tutti come il Re della foresta, sovrano incontrastato in tutta l’Africa, si rimane a volte sorpresi durante un safari vedendolo pigro ed assonnato crogiolarsi all’ombra di un’acacia durante le ore più calde.I leoni non sono attivi durante la giornata, cacciano e marcano il loro territorio durante la notte o al tramonto. Durante la giornata riposano indisturbati, a volte a “pancia all’aria”. Questa posizione facilita la sudorazione che avviene dai polpastrelli delle zampe e la dispersione del calore corporeo, assolutamente necessaria nei caldi pomeriggi africani.
Spesso i leoni ci danno dimostrazione della loro forza venendo a dormire all’ombra della nostra jeep. Assolutamente non curanti di noi e per nulla intimoriti. Questo predatore, raggiunta l’età adulta, non teme nessuno e non ha predatori naturali (escludendo i bracconieri). Nel pomeriggio la temperatura si abbassa ed i leoni iniziano ad essere attivi.

Il peso di un leone in natura è intorno ai 150-230 Kg e può arrivare a mangiare 35 Kg di carne in una volta. E’ perciò necessario cacciare prede abbastanza grosse da poter sfamare tutto il branco solitamente composto da un maschio dominante (o una coalizione di maschi dominanti), alcune femmine ed i cuccioli. Bufali, gnu, zebre ed antilopi sono tra le prede preferite dai leoni.
La caccia avviene solitamente in gruppo. Anche il maschio può partecipare attivamente alzando di molto le probabilità di successo soprattutto se le prede sono bufali o giraffe, perché la sua forza è di grande aiuto a tutto il branco.
La tecnica preferita dal branco è quella dell’agguato, spesso alcuni “battitori” spingono le prede nella direzione  di altri leoni nascosti tra l’erba alta dove si mimetizzano facilmente grazie al colore della pelliccia.
Il leone durante la caccia ha a propria disposizione armi micidiali. Prima di tutto vede benissimo con poca luce. I suoi occhi sono dotati di cellule riflettenti che hanno appunto il compito di riflettere sulla cornea la poca luce disponibile proveniente dalla luna e dalle stelle. Di conseguenza la pupilla si dilata per catturare più luce possibile durante la notte e si stringe moltissimo durante la giornata. Questo meccanismo funziona benissimo con poca o pochissima luce, ma rende il leone completamente cieco al buio totale.

Altra arma micidiale sono i baffi, detti “vibrisse”, utilizzati come strumento di analisi e percezione. Si ritiene che possano percepire anche il respiro della preda presente nelle vicinanze. Il naso è un altro straordinario strumento di percezione composto da diversi canali e pieghe che intrappolano l’aria per essere analizzata nei minimi dettagli. Le orecchie sono indipendenti e possono percepire suoni e ultrasuoni a noi completamente sconosciuti.
Una volta identificata la preda il leone sferra un attacco fulmineo cercando di atterrare la preda per poi azzannarla al collo. Qui entrano in gioco la possente muscolarura, le zampe forti e dotate di affilati artigli retrattili, la dentatura ed il morso micidiale che esercita fino a 500 Kg di forza per centimetro quadrato (!!!).
Nella bocca del leone risaltano i lunghi canini (10 cm di lunghezza o più) con i quali recide l’arteria giugulare della preda o spezza le ossa carotidee.

I canini sono dotati di ricettori sensibili al punto di percepire il battito dell’arteria giugulare della preda e permettere al leone di reciderla con precisione chirurgica, oppure rompere le ossa carotidee. Intorno ai canini non ci sono altri denti per lasciare spazio alla pelle della preda che in questo modo non ostacolerà la penetrazione dei denti in profondità.
Questo morso micidiale è supportato da una possente muscolatura del collo, del cranio e della mandibola. Grosse arterie partono dal cuore ed irrorano direttamente gli organi percettori della bocca. Il piccolo cervello è protetto da un vero elmo osseo.
Una volta uccisa la malcapitata preda il branco potrà sfamarsi. Il leone utilizza i denti carnassiali per strappare e masticare la carne con un piccolo spostamento laterale. La lingua è ruvida ed ha la funzione di ammorbidire e staccare la carne dalle ossa. La saliva ha la funzione di ammorbidire la carne e contiene la peptina che aggredisce i tessuti ed inizia la digestione.
Quando i leoni sono sazi rimangono nei paraggi della carcassa ed impediscono ad altri animali (iene, sciacalli, avvoltoi ecc.) di cibarsene. Torneranno a mangiare più tardi quando l’appetito si farà sentire ancora. A volte si scatenano lotte violente tra leoni e iene che si contendono i resti della carcassa, ma di questo magari parleremo un’altra volta.

Spero di averti raccontato qualcosa di interessante e averti incuriosito un pò. Se vuoi organizzare il tuo Safari nella bellissima Tanzania, visita il mio sito di Savannah Explorers.


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